TRAN-SCRIBE
転記
YUKI MURATA SOLO EXHIBITION
TRAN-SCRIBE / 転記 rappresenta una ripresa del progetto SCRIBE, sviluppato da Yuki Murata nel biennio 2020-2021 ed esposto in una serie di personali presso Nishida Museum of Fine Arts (IN-SCRIBE, 2020), Toyama Glass Art Museum (DE-SCRIBE, 2020) e Gallery Muryow (A-SCRIBE, 2020 e CIRCUM-SCRIBE, 2021).
Il termine “trascrivere” [dal lat. transcriběre] indica l’atto di copiare un testo in modo attento e diligente, ma anche quello di riscriverlo facendo uso di un sistema grafico o alfabetico diverso dall’originale. Entrambe le definizioni si conformano al primo nucleo di opere in mostra della serie “TRANSLATION” (1-6) che, insieme a quelle della serie “TEXT BOX” (25-29), costituiscono il fulcro dell’esposizione presso LuogoArteContemporanea.
“TRANSLATION” («traduzione») si basa sul motivo delle sacre scritture, i cui testi sono riportati sul legno utilizzando dei caratteri informatici che risultano illeggibili a causa della loro scorretta visualizzazione da parte di un software che non ne riconosce la codifica (mojibake, 文字化け). L’artista analizza i meccanismi di trasmissione del sapere tra codici linguistici diversi, sia umani sia digitali, ponendo l’attenzione sulle alterazioni che si verificano dal passaggio tra l’uno e l’altro, e trasferendo questo processo nel contesto contemporaneo di scrittura delle informazioni mediante linguaggi numerici. Tale fenomeno si configura come un’estensione dell’atto di traduzione, per cui la parola scritta diventa man mano indistinta, perdendo di significato e divenendo puro significante. Le pennellate scolpite nella serie "PAINT" («pittura», «colore», 7-24) possono essere interpretate come un’ulteriore fase del disgregamento della parola, ridotta a un gesto pittorico che richiama l’eleganza e la sinuosità della calligrafia orientale. Allo stesso modo, la mostra funge da continuazione di questo processo di dissolvimento della parola quale elemento semantico, qui inserita in un ambito straniero - Occidentale - dove la sua comprensione è assai limitata.
I libri aperti mostrano alcuni passi della Bibbia Interconfessionale in giapponese (Introduzione 1, Vecchio Testamento 2-3 e Nuovo Testamento 4), il cui contenuto è l’esito di una duplice trascrizione - la prima come adattamento a un registro di lettura più accessibile, la seconda come traduzione - da cui derivano errori dovuti a una mediazione tra sistemi di scrittura differenti, discostando il testo dall’esemplare originale. Similmente, la versione Tetsugen del Sutra del Loto presenta varianti e omissioni avvenute durante la trasposizione dall'originale sanscrito in cinese, e proseguite in Giappone per mezzo di errori tipografici verificatisi nel corso della produzione dei blocchi di legno per la stampa. Al centro della sala sono esposte la matrice (5) e l’impressione su carta (6).
Murata pone in dialogo scultura e scrittura nella circostanza attuale di divulgazione e fruizione delle informazioni, soggette a una progressiva digitalizzazione e smaterializzazione del supporto fisico che, non più essenziale, assume una nuova accezione. Nella serie "TEXT BOX” («casella di testo», 25-29) il testo (Kusamakura, il riempitivo corrispondente al nostro Lorem ipsum utilizzato in Adobe Illustrator CC per enfatizzare le componenti di design rispetto al contenuto) ha subito una formattazione che ne ha compromesso l’intelligibilità così da essere percepito solamente come elemento visivo piuttosto che semantico, rafforzandone la presenza come scultura.
L’iscrizione nelle caselle di testo viene estesa alle pareti della seconda stanza attraverso un intervento site-specific (34) volto ad accrescere la percezione di impenetrabilità generato dall’intricata impaginazione dei caratteri, ma anche a omaggiare l’autore del testo completo, Soseki Natsume (Tokyo 1867-1916), uno dei più grandi scrittori dell'era Meiji. Il primo capitolo del suo “草枕" a.k.a Kusamakura - stampato digitalmente su carta uso mano appositamente per questa installazione - riguarda la riflessione del protagonista, un pittore, sul contrasto tra arte occidentale e orientale. La critica verso la crescente modernizzazione del Giappone sulla spinta della forte influenza dell’Occidente si rivela anche nelle “Teste di Gigeiten” (30-31) - divinità buddista protettrice delle arti - ispirate ai prototipi dell'opera “伎芸天首試作” dell’artista Kyuichi Takeuchi (Tokyo 1857-1916), che fu esposta alla World's Columbian Exposition del 1893 a Chicago, dove però non venne considerata in conformità ai valori dell’arte occidentale e relegata alla categoria artigianale dell’intaglio del legno. Nella rielaborazione del modello, Murata esprime questo divario culturale rappresentando dei busti senza volto, a indicare la perdita di soggettività in una società che dalla seconda metà del XIX secolo subì dei cambiamenti nel processo di rapida occidentalizzazione.
Nel discostarsi da questa tendenza, Murata nobilita la materia del legno e l’antica tecnica dell’intaglio con uno sguardo rivolto a passato, presente e futuro, realizzando sculture che coniugano abilità esecutiva e creatività contemporanea in un dialogo fluido tra tradizione e attualità.
~ Lisangela Perigozzo, 2023
TRAN-SCRIBE / 転記
personale di Yuki Murata
con testo critico di Lisangela Perigozzo
27.05 - 24.06.2023
opening
sabato 27 maggio, h 17
live performance h 18